Il film si apre con la famosa attrice iraniana Behnaz Jafari che riceve l’allarmante video messaggio di una giovane che implora il suo aiuto per sfuggire alla propria famiglia conservatrice e tiranna. Behnaz abbandona le riprese del film a cui sta lavorando e si rivolge al regista Jafar Panahi per risolvere il mistero del video e raggiungere la ragazza. Inizia così un viaggio in auto verso il nordovest rurale dove ogni incontro è pieno di fascino e ironia…
Panahi, già Orso d’Oro per “Taxi Teheran”, è stato condannato nel 2010 e per una durata di tempo illimitata a non realizzare più film, a non scrivere più sceneggiature, a non rilasciare più interviste e a non uscire più dal suo paese, pena 20 anni di carcere per ogni interdizione violata, ovvero una potenziale sanzione complessiva di 80 anni di detenzione. La condanna è stata confermata in appello nell’autunno 2011.
Malgrado i divieti, ha però continuato a scrivere e girare, realizzando “This is Not a Film – In Film Nist” (2011) e “Closed Curtain” (Orso d’Argento per la Sceneggiatura alla Berlinale 2013); poi Taxi Teheran (Orso d’Oro e Premio Fipresci a Berlino 65) e quest’ultimo, “Tre volti”, con cui ha partecipato per la prima volta al Concorso del Festival di Cannes, vincendo il Premio per la Migliore Sceneggiatura.